Tour di Minturno

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UN DELIZIOSO ASSAGGIO DEL LAZIO: L’ANTICA MINTURNAE
Il Lazio, per antonomasia la culla e la patria dell’archeologia italiana, dà ai suoi visitatori un caloroso e speciale benvenuto, facendo fin da subito assaporare le sue inestimabili bellezze archeologiche. Infatti, poco dopo aver superato il confine fra Campania e Lazio, sulla sponda destra del fiume Garigliano, si incontrano le rovine dell’antica città di Minturno (o Minturnae come dicevano i Romani), un’area di enorme valore storico-monumentale.
Colpevole di essersi schierata dalla parte dei Sanniti nelle guerre fra questi ultimi e i Romani, Minturnae, così come altre città della zona ( Ausonia e Vescia), fu conquistata e completamente rasa al suolo dai Romani vincitori. Un evento meramente fortuito segnò la rinascita di questo insediamento: per volontà del console Appio Claudio Cieco intorno al 312 a. C. fu costruita la via Appia che andava da Roma a Capua e che passava proprio per il centro della vecchia Minturnae distrutta. Allora,  nel 295 a.C., i Romani, comprendendo le potenzialità economiche e commerciali della vecchia città nemica (vicinanza ad un fiume navigabile, al mare e alla via Appia),  decisero di ricostruirla e di darle addirittura il privilegiato  status di cittadinanza romana, il che vuol dire che i suoi abitanti godevano della cittadinanza romana e i suoi monumenti dovevano riprendere il più fedelmente possibile quelli di Roma stessa, perché la colonia romana era quasi un “clone” della vera Roma. 
Nel corso dei secoli la città ha vissuto varie fasi (fase primitiva, fase tardo repubblicana, fase augustea e fase adrianea) e quindi vari cambiamenti che l’ hanno portata ad abbandonare ben presto l’aspetto spartano di “castrum”, ad ingrandirsi, ad abbellirsi di nuovi monumenti e di nuovi templi, ad ampliarsi con nuovi quartieri residenziali ed infine a passare da una città in tufo (età repubblicana)  e in pietra (età augustea) ad una città in muratura sotto l’imperatore Adriano  (II sec. d.C.)

La visita alle rovine di Minturnae sarà quindi un viaggio nel tempo al quadrato, perché vi permetterà di ripercorrere attraverso i monumenti, le strade, le case, i vari materiali da costruzione e le diverse tecniche edilizie ognuna delle fasi di vita della città. 
Ecco a voi un piccolo assaggio di ciò che vi regalerà l’escursione:
• il nucleo primitivo della colonia romana, il cosiddetto “castrum”  a pianta quadrata delimitata da mura spesse tre metri al cui interno  strade verticali (decumani)  si intersecavano con strade orizzontali (cardi), formando una sorta di reticolato o scacchiera.
• un tratto originale dell’antica via Appia, che costituisce proprio il decumano centrale, detto maximus, con i blocchi di pietra basaltica tuttora perfettamente conservati.
• resti della seconda cinta muraria di età repubblicana in opera quadrata e del foro repubblicano delimitato da triportico;
• il Capitolium, il tempio dedicato alla Triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva) che riprende architettonicamente il tempio di Giove Ottimo Massimo costruito sul colle Campidoglio a Roma; il Capitolium  non può assolutamente mancare in una colonia romana, in quanto quest’ultima, come già detto, rappresenta quasi una “piccola Roma”;
• il tempio di Augusto per la dea Concordia;il tempio di Cesare divinizzato;il foro imperiale (tutti costruiti in età augustea);
• il Macellum o mercato del tipo a corte quadrata e tholos centrale che risale, per tecnica costruttiva e stile architettonico all’età di Adriano;
• le terme in cui si distinguono chiaramente sia i tre ambienti del calidarium e del trepidarium (dove è possibile il sistema delle suspensurae e dei tubi incastonati nelle pareti) e del frigidarium sia la piscina all’aperto ( natatio);
• il teatro costruito nel I sec. a. C. (età tardo-repubblicana) in opus reticulatum e poi rifatto in opus latericium sotto Adriano; è perfettamente intatto con la sua classica ripartizione in scaena, cavea ed orchestra e può ospitare 4000 spettatori; nel suo retro sono visibili gli spazi che un tempo ospitavano le botteghe e le taberne per il ristoro degli spettatori. Sotto il teatro si trova l’Antiquarium, un piccolo museo dove sono conservate le statue e le iscrizione rinvenute in tutto il comprensorio archeologico;
• le domus di età adrianea, fra cui la domus delle terme che ha un impianto termale privato e pregiati mosaici.
La visita non è ancora finita! All’interno del comprensorio archeologico potrete ammirare un’altra meravigliosa opera che d’un tratto vi catapulterà dall’epoca romana all’epoca borbonica nel XIX sec. d. C.: il “Real Ferdinando”, il primo ponte metallico in Italia (con tiraggi a catene di ferro) costruito dal re Ferdinando di Borbone nel 1832.
A poca distanza dalle rovine, al di fuori delle vecchie mura, è stato individuato il luogo dove sorgeva l’antico porto fluviale di Minturnae, alla foce del Garigliano; nelle vicinanze sono stati rinvenuti resti di un tempio antichissimo, databile addirittura al IV sec. a.C. , epoca in cui Minturno era una città degli Aurunci, un popolo italico. Era costruito in blocchi di tufo grigio ed era dedicato a una delle principali divinità del popolo aurunco, la Grande Dea Marica (spesso erroneamente definita ninfa) che tutelava i naviganti e le partorienti. Presso il suo tempio, precisamente sulla sponda sinistra del Garigliano, sorgeva il “lucus Maricae”, il bosco sacro alla dea (oggi la pineta di Baia Domizia), dove si compivano sacrifici in suo onore. 
L’escursione agli scavi di Minturno impiega più o meno tre ore ed è possibile effettuarla sia di mattina sia di pomeriggio, poiché il sito è aperto dalle 9.00 alle 19.00. Il biglietto di ingresso costa 5 euro a persona e permette di visitare anche il ponte di ferro.
Dopo o prima della visita agli scavi è possibile ammirare una delle splendide spiagge di Minturno, Scauri o Gaeta (a circa 30 minuti da Minturno), tutte lambite da un mare limpido e cristallino. 
Minturno dista da Napoli circa 80 km e occorre circa un’ora e mezza per raggiungerla in assenza di traffico. Il viaggio di andata o di ritorno da Minturno vi regalerà un’inaspettata emozione: una maestosa opera architettonica, fondamentale per la vita della vecchia Minturnae romana, vi lascerà senza fiato. Qual è quest’ultima meraviglia?
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